Soudal-QuickStep, lo scout dei talenti Johan Molly sui giovani che lasciano il ciclismo: “C’è troppa pressione. Ci sono 16enni che hanno già un agente”

Lo scout della Soudal-QuickStep ha detto la sua sul caso dei talenti che smettono a nemmeno 20 anni. Johan Molly è un esperto scopritore di giovani del ciclismo che in carriera ha scoperto futuri campioni come Filippo Ganna, Julian Alaphilippe e Mads Pedersen. Intervistato da Sporza riguardo a Cormac Nisbet e Gabriel Berg, due promettenti atleti del team sviluppo del Wolfpack di 18 e 19 anni che hanno detto addio al ciclismo, ha evidenziato come il problema è alquanto complesso e ci sono molti fattori che posso influire negativamente sulla crescita sportiva e umana di un ragazzino.

Per un talento che vuole diventare un campione è importante essere maturo anche da giovane. “Devi essere in grado di affrontare questa cosa per cambiare la tua vita. Potrebbe anche essere la differenza tra un campione e i ragazzi che sono solo un po’ meno. Devi essere forte di testa – ha detto il fiammingo che lavora alla QuickStep dal 2003 – I 18 anni sono un’età cruciale. Bisogna fare sempre di più e soprattutto rinunciare sempre di più. È più difficile incontrare gli amici, devi decidere se fare gli studi superiori, potresti avere la tua prima ragazza… Julian Alaphilippe, Enric Mas, Mads Pedersen, Filippo Ganna… Li ho scoperti tutti. Ma non ho mai messo pressione a nessuno di questi corridori nei giovani. Nessuno nella nostra squadra lo fa”.

Gran parte della pressione che i giovani corridori ricevono arriva innanzitutto dalle loro famiglie, che stravedono nel loro precoce talento e non riescono ad aspettare i tempi giusti e spingono le squadre a metterli sotto contratto. “Non potete immaginare quante mail e messaggi ricevo da genitori che vedono ‘qualcosa’ nel loro figlio. Dicono ‘Ha solo bisogno di sbocciare’. Dopo tutto, tutti vogliono il meglio per i loro figli”.

Johan Molly non ha una grande opinione di alcuni di quegli agenti del ciclismo che vanno a caccia di talenti sempre più giovani. “Vado a vedere le gare giovanili in tutta Europa. Mai prima d’ora ci sono stati così tanti scout di agenzie di management alle gare – rivela – Ci sono ragazzi di 16 anni che hanno già un manager. Poi li fanno impazzire dicendo che possono guadagnare 200mila euro da junior. E poi io devo competere con loro come scout. Quando Cormac [Nisbet, ndr] ha annunciato che si sarebbe ritirato, il suo manager ci ha mandato subito una mail con 3 nuovi nomi di corridori che avrebbero potuto occupare quel posto vacante. Non pensava più a Cormac”.

Ovviamente non tutti gli agenti dei corridori sono uguali ma, secondo Molly, molti di loro spremono i corridori e non gli lasciano il tempo di sbocciare. “Non voglio certo fare di tutta l’erba un fascio, ma alcuni manager vogliono che il loro corridore diventi un professionista il prima possibile. Solo che quegli stessi manager sono già impegnati con altri ragazzi dopo due anni. Se non sei riuscito a fare il passo successivo con i professionisti, quei manager perdono interesse”.

A detta dello scout della Soudal-QuickStep ci sono poi alcuni giovani ragazzi che, per troppo entusiasmo, tendono a voler bruciare le tappe. “Mettono pressione anche su se stessi. Quando sento alcuni ragazzi che vogliono ricominciare ad allenarsi a novembre, quando la prima gara non è prima di marzo! Sono così motivati che a volte bisogna rallentarli e fargli tenere i piedi per terra. E sono convinto che anche Lotto-Dstny e Intermarché-Wanty trattino i loro giovani corridori allo stesso modo. Credo che Gabriel Berg e Cormac Nisbet non saranno gli ultimi giovani corridori a ritirarsi. Lo vedremo anche con i nostri corridori belgi”.

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